Il Capanno
24-26 Aprile 1998
[Il Capanno]

Bus Caredda

Di:  Massimiliano Vispi

Ho in mente una gran confusione.

Domenica, verso l'una ero davanti a un ristorante, intorno a me tante
persone che mi stringono la mano, mi salutano, "ciao ci vediamo presto",
"Lianooo...", gente che mi passa cavi elastici, chi ha in mano il mio sacco
a pelo, chi il mio zainetto. Una voce, tra le tante che ho in mente
ora:"Allora ciao, Massimiliano", mi volto per un attimo ma gia` qualcun
altro mi chiama:"Ma andate gia` via?". Allora: Pistoia, Firenze-mare e poi?
"Meglio l'Autosole", dice qualcuno, qualcun altro aggiunge "A Orte poi il
raccordo". No, no: cosi` incrociamo il flusso del megarientro. Meglio L'A12,
poi l'Aurelia. Sara` dura arrivare entro le 17:30 a Civitavecchia partendo
ora dai pressi di Gaggio Montano (BO).

Ho in testa tantissime parole di saluto, qualche abbraccio, alcune proposte
per il prossimo finesettimana, un po' di volti nuovi, e mille, mille
sensazioni. Il finale, per me, e` stato cosi` denso e improvviso, che mi
sembra di aver appena abbandonato un gruppo di persone con le quali sono
stato per mesi.

Invece era solo un finesettimana, o poco piu`. Sara` perche' ho dormito meno
del solito, oppure perche' l'autostrada mi ha ovviamente depresso, pero` al
momento non riesco a riordinare le idee: per questo parto dalla fine, dagli
sguardi e dall'affetto delle persone, dall'ultima occhiata del Ricci che
lascia il Raccordo per prendere l'Autosole a Roma Sud.

Una delle poche cose che ho chiare in mente, pero`, e` l'immenso impegno dei
Davoli. Lo so che traspariva gia` dai messaggi di Marco riguardanti il
raduno, ma toccare con mano e` un'altra cosa.

Significa, tra l'altro, arrivare venerdi` sera al "capanno" e trovare
biscotti e crostate per la colazione del giorno dopo, materassi e cuscini
per la notte, un impianto stereo per la musica, fornello e caffettiere gia`
pronte, tre bagni fabbricati con assi di legno e pannelli, una griglia
pronta per cuocere la carne, un frigorifero giallo pieno di ogni ben di Dio,
e tante altre accortezze, piccole e grandi, che avrebbero fatto sentire
chiunque, se non proprio a casa propria, quantomeno nel posto giusto.

Per me, Montani, Calamati (Flash), Ricci, Franz e Laura (dimentico
qualcuno?) le cose sono iniziate gia` benissimo, visto che i Bulletta ci
hanno invitato a pranzo da loro venerdi`, a Vaiano. Quindi, per noi il
raduno e` iniziato come meglio non si poteva: qualche ora a ridere e
scherzare, mangiando pasta, carne e dolce preparati dalla Lella.
Una sorta di "piacere totale", insomma.

Poi, si parte: Montani, Bulletta e Calamati si allontanano curva dopo curva,
su per la statale: non sono al momento raggiungibili, come i clienti di
Telecom Italia Mobile fuori copertura.

Siamo a Sasso Marconi in anticipo, cosi` penso di andare in un vicino
supermercato a vedere se hanno un asciugamano, visto che il mio l'ho
dimenticato. Gia` che ci sono, prendo un pacco di biscotti, tanto per
mangiarli insieme. La fila e` un po' lunga, cosi` Calamati e Ricci vengono a
vedere dove sono finito.
Un cenno di saluto, poi svaniscono: chissa` dove sono. Solo dopo aver pagato
mi rendo conto che sono dietro la colonna dritto davanti a me: il Calamti ha
attaccato bottone con una commessa, e si fa spiegare bene quali sono i posti
dove la gente locale va a divertirsi. Chiara, la commessa, consiglia una
discoteca: il "Fresh". Gli occhi del nostro "Flash" si illuminano... Ma il
raduno si concludera` senza alcuna puntata in quel locale.

Alle sette di sera ci dirigiamo al casello, dove aspettiamo il Davoli. Al
gruppo si uniscono altre persone, poi tutti via al capanno, dove attendiamo
un gruppetto in arrivo da nord.

Il capanno si anima ancora di piu` e l'atmosfera diventa sempre piu`
piacevole e familiare: il sole che tramonta, l'erba verdissima, gli alberi,
il via vai di persone che montano tende, si rinfrescano con l'acqua della
vasca esterna, si conoscono o riconoscono; il filo elettrico da passare per
alimentare il compressore, l'igloo che va costruito prima di infilare i
pioli, le esilaranti spiegazioni del funzionamento dei bagni: una trentina
di persone, alcune delle quali mai viste di persona, animano il prato
antistante il capanno scambiandosi battute e consigli.

Una cosa davvero unica, da vedere per credere: rivive quello spirito di
coesione e di improvvisazione, condito da un pizzico di euforia e, magari,
insicurezza, perso ormai da tempo.

Appena pronti, si va a cena in un ristorante. La cena e` semplicemente
fantastica. Tris di pasta, poi carne, patate fritte insaporite con aglio e
rosmarino, e alla fine dei cubetti di crema pasticcera fritta.
Indimenticabili. Lsd hai segnato il nome del locale, no? :-)

--
Il mio sabato inizia verso le otto della mattina, quando apri gli occhi e la
luce del giorno mi fa notare una simpatica caratteristica del capanno:
ciascuna finestra ha tende di colore diverso. Rosse, verdi, blu, viola:
girandomi intorno, vedo il sole che accende il tessuto rendendo l'ambiente
piacevole, al punto che non sembra di essere in un prefabbricato. Il
frigorifero "giallo corsa" completa il quadro.

Niente e` stato lasciato al caso e neanche la colazione mostra alcunche' di
improvvisato: sulla lunga tavola c'e` davvero di tutto, e spesso si tratta
di sapori inconfondibilmente caserecci. Da non credere che qualcuno si possa
essere preso l'impegno di preparare cosi` tante cose per cosi` tante
persone.

Poi si parte: al casello aspettiamo altri arrivi. Michele Urru, col suo
GoldWing, monopolizza l'attenzione di tutti. A parte i vari commenti piu` o
meno spiritosi, del tipo:"Ma ti fanno circolare anche di sabato?", oppure
"C'ha anche il cronotachigrafo?", e magari "T'hanno fatto passare
dall'uscita dei trasporti eccezionali?", l'oggetto viene istantaneamente
accettato nel gruppo, tantopiu` che da li` a poco avrebbe esibito
performance incredibili.

La giornata mi riserva una particolarita`: ho una passeggera, cioe`
Sradgirl, visto che purtroppo Sradman ha il Gsx a fare il tagliando ed e`
giunto in Panda...

Il primo giro e` un po' tragico, un po' perche' ormai e` un po' che non ho
una passeggera, un po' perche' non riesco a sapere cosa fa: sembra non
esserci, finche' non sento il suo peso disposto in completo contrasto con la
traiettoria che avevo deciso.

La strada e` davvero divertente, scopro che quella zona e` una sorta di
miniera d'oro per me inesplorata: tante curve e tanto verde.

Il pranzo e`... e`... E`!
Giudicate voi: laghetto, attraversato da un ponte, tra le montagne. Sul
prato, tre tavoli e un numero imprecisabile di... Davoli :-).

Sul primo tavolo, la collezione primavera-estate '98 dei salumi del Davoli,
roba da cinque stelle. Sull'altro, funghetti sott'olio, cipolline rosse in
agrodolce "ISO 9000", sott'aceti di ogni genere, tonno, salatini da forno.
Sul terzo, da bere.

In quell'ambiente, sia come luoghi che come persone, anche un singolo panino
sarebbe sembrato eccezionale; tutto quell'abbondanza amplificava un'allegria
di per se' gia` contagiosa. Quando il Davoli aveva detto:"Pranzo al sacco"
io non immaginavo certo tutte quelle cose...

Pensiamo anche a chi non c'e`; ormai le probabilita` che qualcun altro si
unisca a noi sono quasi zero. L'ultima speranza resta per il Koala.

Michele Urru acconsente di farsi fare una foto di fronte a un camion (vero,
cioe` a quattro ruote), tanto per sfotterlo un pochino, poi lo facciamo
esibire in una manovra in retromarcia, e, infine, lo sbeffeggiamo per il
casco color Twingo... Che begli amici :-))))).

Invitiamo Franz a salire su una panca e a rileggerci il su messaggio "Quelli
che...". Tocca un po' tutti i particolari della lista; ma, anche
se condito di innumerevoli battute piu` o meno ose', con Laura che rilancia
senza esitazioni, non perde il tono affettuoso e il contenuto di emozioni.

Al ritorno, le strade sono piene di bivi ed e` facile perdersi; ci dividiamo
involontariamente in gruppetti.

Non si sa perche', ma tutti abbiamo preso ritmi pazzeschi. Divoriamo la
Porrettana a velocita` assurde, tagliando centri abitati, invero deserti, a
velocita` esagerate. La mia passeggera piano piano ha preso confidenza con
gli spostamenti e adesso posso guidare in maniera naturalissima; anzi, ho la
sensazione che anche lei si stia divertendo, per la prima volta da questa
mattina.

Un'immagine che restera` nella memoria collettiva di tutti e` il Montani che
con il 916 SPS esce deliberatamente in derapata da una curva sullo sterrato
che porta al capanno, sorpassando chi lo precedeva. Senza parole.

La cena di sabato e` memorabile. La famiglia Davoli ha confezionato
tortellini per cinquanta persone (!!!), in quantita` tale da consentire
addirittura a qualcuno di fare doppio o triplo giro.

Poi, naturalmente, c'e` una grigliata di carne sempre di proporzioni
pantagrueliche: i Davoli non hanno alcuna esitazione, sembrano abituati a
lavorare con cibo in quantita` da grande distribuzione.

Arrivano poi anche le torte, visto che ci sono ben quattro compleanni in
quasi contemporanea; ricordo le persone, ma, perdonate, ricordo solo due
nomi: Marco Davoli e Laura.

La serata si chiude con quattro chiacchiere all'aperto, e con la notizia che
purtroppo Alessandro Caredda domani ci lascia presto, visto che deve stare a
Civitavecchia alle 17:30. Per me non c'e` problema, anzi, avevo gia` deciso
di evitare l'Autosole per non trovarmi immerso tra i gitanti domenicali che
prendono l'autostrada (tra i piu` pericolosi in assoluto).

L'Aurelia e` una soluzione molto piu` tranquilla, sempre se si ha fretta,
visto che verso l'ora di pranzo la gente e` ancora in spiaggia, e poi il
panorama e` quantomeno piacevole (ammesso di seguire il vecchio tracciato,
pero` noi non potevamo farlo per problemi di tempo).

--
La domenica si apre con una colazione all'insegna della marmellata
assortita.
Arriva infatti un canestro pieno di mezze lune farcite di tale alimento,
oltre a un vassoio extralarge pieno di paste da forno. Ci sono poi le
crostate e parte delle torte di ieri sera nel caso il resto non bastasse
(!).

Poi si esce perche' si comincia il giro che ha come meta... il ristorante
:-).

Facciamo delle strade di una bellezza estrema, curve dolci attorniate
dall'erba, dai fiori gialli e, davanti a  noi, le montagne con ancora un po'
di neve in cima.

Dietro a me sento un rumore molto forte, uno sferragliamento che ho sentito
a gennaio quando sono caduto: occhiata disperata nello specchietto, ma in
realta` e` solo il GoldWing di Urru che piega fino a toccare tutto il
toccabile. Capita regolarmente a ogni curva, col GoldWing che riempe il mio
retrovisore e mi stupisce per l'apparente naturalezza con la quale tiene
quelle velocita` in piega.
Avevo gia` visto in in azione quella moto in costiera un anno fa, ma resto
ancora ammirato di come riesca a destreggiarsi su quelle curve.
I miei complimenti a moto e pilota.

Facciamo una sosta per contarci, poi proseguiamo per il ristorante.
Arriviamo poco prima dell'una, e mi rendo conto che per me il tutto finisce
li`.

La cosa piu` positiva, e che alla fine e` cio` che qualifica il tutto,
e` che ci si trova subito a proprio agio, ci si mescola con gli altri e si
considera normale cio` che invece e` eccezionale, e come tale, spesso di
breve durata.

Il finesettimana e` infatti agli sgoccioli, ora si torna a casa.
Il problema e` che non so come sistemare il bagaglio del Caredda, visto che
io, il Ricci e il Sacco siamo al limite della portata, e non prevedevo un
passeggero.

Mentre si accavallano le proposte, si avvera la scena che ho descritto
all'inizio.

Mi scuso con tutti per aver salutato in quella maniera cosi` approssimativa.
Quell'ultimo contatto mi avrebbe anche consentito di ricordare meglio i
volti "nuovi" e di associarli al loro nome, mentre ora ho in mente un sacco
di nomi e volti, ma non sempre riesco a fare la giusta associazione.

Prego pertanto tutti, dico tutti, i presenti di mandare un messaggio con le
proprie impressioni col topic , cosi` forse riusciremo a dare un'idea
di cio` che e` stato.
Non e` giusto tenersele per se' :-), anche se difficilmente le
dimenticheremo.

Non ricordo nemmeno se ho detto a Gianni Dajevic che magari una sera
possiamo cenare a Cassino invitando anche il Ricci da Napoli (e magari il
Palombo, altro grande assente), e chiunque da quelle parti voglia unirsi,
come Amblema.

La strada per Civitavecchia e` semplicissima: Gaggio Montano, Porretta,
Pistoia, A11, A12, Aurelia, ma i piu` sono, giustamente, scettici sulla
possibilita` di farcela, visto che prima dell'autostrada c'e` un bel pezzo
di statale piena di curve e paesi.

L'esperienza col mio precedente passeggero mi e` preziosa, ora guido con una
cera scioltezza nonostante passeggero e bagaglio. Uscendo dalle curve il
manubrio sbacchetta in accelerazione, ma e` colpa della gomma posteriore un
po` troppo enduristica per sopportare peso e prestazioni della moto in
quelle condizioni.
Quest'inverno me le sono godute su fango e neve, ora devo rinunciare a
qualche piega pur di stare tranquillo.

Il Sacco ci lascia all'imbocco dell'A11, visto che lui va per Firenze.
Certo, con tutte le belle strade che ci sono per tornare a Roma, scegliere
tra l'A1 e l'A12-Aurelia e` come scegliere se, avendo deciso di darsi una
martellata sulle palle, sia meglio darsela con un mazzetta di ferro o con il
martellone di gomma del carrozziere: non e` che ci sia questa gran
differenza.

La scelta dell'Aurelia e` pero` dettata anche dal fatto che Civitavecchia si
trova a una settantina di chilometri da Roma proprio su quella strada: per
sapere quanto manca alla meta, da Rosignano in giu` e` sufficiente togliere
circa settanta alla progressiva chilometrica, e basta invece aggiungere
venti per sapere quanto sono lontano da casa.

Cio` da` costantemente una valutazione attendibile delle possibilita` di
riuscita dell'operazione, cosa importante per guidare piu` tranquilli e non
correre inutilmente. Due rapidi conti considerando la distanza fanno
capire che c'e` appena il tempo necessario restando fissi a 120 km/h di
tachimetro in questo tratto con limite a 110, visto che l'ultimo tratto
sara` con limite ben inferiore e ricco di incroci a raso.

La progressiva chilometrica scende lentamente, mentre cerco di tenere
costante la velocita` anche per non stancare troppo me e il passeggero, che
sulla Transalp non sta certo comodo come su altre moto.

Ricci consente al Caredda di guidare un po' la sua moto, e sale sulla mia,
cosi` si suddividono il tempo di permanenza sulla sella della mia moto.
Un piccolo gesto di cortesia che rende il tutto decisamente meno stressante
per entrambi i miei passeggeri.

Arriviamo a Civitavecchia alle 17:21, quindi nessun problema; anzi, mi rendo
conto che non sono io ad aver fatto un favore ai Caredda, ma sono loro ad
averlo fatto a me: la mia idea di rifare, come qualche settimana fa, tutta
l'Aurelia in notturna era impraticabile se non altro per non lasciare il
Ricci da solo che lunedi` mattina doveva essere in ufficio.
Partire presto ci ha aiutato ad arrivare meno stanchi e ad avere il tempo di
scrivere questo sintetico resoconto, anche se abbiamo rinunciato al pranzo
bolognese.
Ma tanto eravamo gia` ben farciti... :-))))).

Chiamo Davoli, Lehmann e Laura per avere qualche notizia, ma non trovo
nessuno. Chiamo Sandra, e l'avverto che e` tutto a posto e che la sua meta`
sta per salpare, visto che il bus navetta, anzi, il "bus Caredda", cioe` me
medesimo, e` arrivato in tempo :-))))).

Io e il Ricci proseguiamo per l'A12. Mi rendo conto che dovrei lasciarlo
andare da solo, cosi` guadagnera` un sacco di tempo invece di dover star
insieme a uno che in autostrada va piano e combina solo pasticci, ma
preferisco star con lui almeno fino all'ultimo bivio.

Poi fraintendo un suo gesto, e lo vedo prendere la rampa senza prima una
sosta. Pensavo volesse dirmi:"Devo andare per di la`?" invece voleva dirmi,
credo, "Volti anche tu?". Io ho risposto di si`, e l'ho visto salire su
senza fermarsi.
Il suo casco si volta verso di me, io rispondo con un colpo di clacson, poi
si allontata trasversalmente fino a sparire.

Mentre esco per la Flaminia, ripenso alle ultime parole di mamma Davoli al
capanno. Guardando l'Yzf di ZioFede aveva detto:"Che bestia...", poi
abbassando gli occhi in direzione del serbatoio della mia dice:"Avessi
vent'anni di meno!".

Ragazzi, Marco Davoli e` troppo forte, ma e` solo la punta dell'iceberg
:-)))))).

Mi piacerebbe finire cosi` il racconto, mostruosamente incompleto solo per
problemi di tempo, con questa bellissima sensazione, ma qualcuno se ne sara`
gia` accorto.

Si`, avete ragione, manca qualcosa. Ho taciuto qualcosa, qualcosa che non so
come inserire in tutto questo.
Quando ci siamo separati in gruppetti, Marco Davoli ha ricevuto una
telefonata: il Koala, che abbiamo aspettato tutta la mattina, ha avuto un
incidente venendo da noi e ora e` all'ospedale con una spalla rotta.

Era una cosa cosi` fuori posto che non sapevo se e come integrarla nel
resto.

Lampeggi senza colore.